lunes, 16 de agosto de 2010

Messico e nuvole...

Stazione di Pochutla, ore 21.00, 15/08/10
Quest’ultima settimana abbiamo iniziato a correre di nuovo visto che manca solo una settimana al ritorno. Adesso, per esempio, aspettiamo le 22 per arrivare alle 6 del mattino ad Oaxaca e dopo ripartire alla mezzanotte per cittá del Messico.
Molti autobus notturni per risparmiare tempo e tanti chilometri dal Golfo del Messico fino al Pacifico, passando per le ultime rovine Maya del viaggio e per le montagne del Chiapas, con i suoi orgogliosissimi abitanti e l’amatissimo subcomandante.

Merida é davvero carina e nei dintorni ci sono 3 cenotes (Cuzuma) dove andiamo a nuotare, meravigliati dal luogo fiabesco in cui ci troviamo. Prima di entrare in Chiapas, a Palenque, ci fermiamo a Campeche, cittá che si affaccia sul Golfo del Messico e dove ci riposiamo per un giorno. Poi, finalmente, il mitico Chiapas! Il paesaggio non differisce molto dal Guatemala, che abbiamo visitato un mesetto fa, peró si respira un’aria diversa, sará perché é la casa dei zapatisti.
Le rovine di Yaxchilan e Bonampak sono spettacolari, in particolare le prime perché per arrivarci si naviga per le acque del fiume Usumacinta per un’oretta. Questo fiume traccia il confine fra Messico e Guatemala ed é fiancheggiato da una foresta fitta e rigogliosa che lascia immaginare il gran numero di specie animali che la popolano. San Cristobal de las Casas é una cittá coloniale molto piacevole da girare a piedi, con un mercato coloratissimo dove ho fatto una scorpacciata di fichi d’india per 80 centesimi, non male. A pochi chilometri dalla cittá si trova un paese chiamato San Juan de Chamula. Ci arriviamo con un furgoncino tutto scassato; uno dei passeggeri, Mateo, ci invita a proseguire oltre per arrivare fin dove abita lui, una remota frazione del paesino. Mi dice che vuol presentarci sua moglie, mostrarci come concia le pelli e, penso io, magari ci invita a pranzo. Lui sembra contento ed io lo sono di sicuro...Laura non vuole andare....forse pensava che avrebbe conciato le nostre pelli...peccato (ovviamente non é per questo che non vuol andare).
San Juan de Chamula é famosa per la omonima chiesa. Prima di entrare ci avvisano che é vietatissimo scattare foto. Una volta superato il portone uno spettacolo affascinante, sorprendente ed un po tetro: nessuna panca, il pavimento ricoperto da aghi di pino, migliaia di candele accese e nuvole d’incenso. Una strana combinazione che fa pregare la gente in chiesa, peró accompagnata da “curanderos” (guaritori) che passano galline vive sopra le candele, stringendole per il collo e soffocandole, e che portano con loro intere casse di coca cola ed altre bibite gasate. Tutti bevono e ruttano per scacciare la malattia, le corna, il malocchio o che so io. Peró pensandoci bene non é certo piú irrazionale che recitare un rosario...o si?
La nostra marcia di avvicinamento alla capitale ci porta sulla costa del pacifico, a Puerto Escondido. Bel tempo, sole e mare. Purtroppo mare adatto ai surfers e non ai bagnanti (onde altissime e risacca). Prendiamo il sole, chiacchieriamo con dei pescatori che sono appena tornati con un carico di squali e di stingray; si vede che é comune mangiarli come da noi lo sgombro. A pranzo ci spostiamo a Zipolite dove ci rilassiamo per davvero su questa bellissima spiaggia, dormendo in una cabaña a pochi metri dal mare. Un piccolo angolo di paradiso in cui rischiamo di rimanere intrappolati perché la forte pioggia del secondo giorno ha sommerso l'unica strada che ci collega al resto del mondo.
Oggi sono piú contento del solito perché ho trovato un libro di Camilleri, che ho letto in poche ore. Dopo un anno in giro, assaporare di nuovo qualche parola e qualche ragionamento siciliano, allo stile Camilleri, non ha prezzo.
La prossima volta che scriveró saró a Cittá del Messico...o forse giá a Londra..sob, sob...a presto!!

sábado, 7 de agosto de 2010

L'ultima frontiera

Penisola dello Yucatan, arriviamo qui dopo qualche ora di autobus dal Belize. L'ultima (nuova) frontiera di questo fantastico viaggio che ci ha portato a spasso per il pianeta.
La prima tappa é la spiaggia di Tulum, acqua turchese, sabbia bianca e finissima, uno sparuto numero di turisti ed una barriera corallina raggiungibile a nuoto. Un paradiso. Da qui facciamo anche un'escursione per visitare uno dei tanti "cenotes" che si trovano nella penisola, esattamente il dos ojos. Non so spiegarlo bene ma in pratica sono delle caverne piene d'acqua cristallina, profonde a volte anche piú di 100 metri. In questo si possono fare immersioni ed io non mi lascio scappare l'occasione. Si va giú con una torcia perché non c'é tanta luce. Lo spettacolo é davvero bello ed inusuale, nessuna alga, nessun pesce, nuotare fra stalattiti e stalagmiti mentre con la torcia illumini le caverne che sembrano non finire mai.
Ritornati a Tulum abbiamo anche il tempo di assistere ad una gara di pesca sportiva locale (che pesci Peppino!) prima di ripartire per Playa del Carmen. É il primo posto esageratamente turistico che visitiamo da molto tempo a questa parte.
Il giorno piú bello (fra gli indimenticabili dell'intera avventura) ci porta in alto mare. La barca viaggia per circa un'ora ad alta velocitá verso una zona non ben identificata dove dovrebbero esserci gli squali balena, che in questo periodo vengono ad inghiottire tonnellate di plancton prima di inabissarsi e sbucare fuori da qualche altra parte del mondo. Le mie migliori previsioni sono di avvistarne 4-5 al massimo ed avere la possibilitá di nuotare accanto a loro per una mezz'oretta (nei tre turni totali). Scopro con immensa gioia di aver sbagliato clamorosamente quando, giá da lontano, si iniziano a vedere decine e decine di pinne, bocche spalancate e code che solcano l'acqua. Secondo il capitano nella zona ce ne sono piú di 300, dagli 8 ai 12 metri di lunghezza. Alla fine nuoto per quasi tre ore fra sti bestioni che arrivano da tutte le parti; a volte nuoti accanto ad uno e scopri che ne hai un altro che viene di fronte a te o che ne hai uno sotto che sta per emergere...insomma sono da tutte le parti!! Se avete giá provato l'esperienza, allora mi capite. Se non lo avete mai fatto...se ne avrete mai l'occasione fatelo. Bello bello bello. Concludiamo la giornata bevendo un paio di birre fra le onde delle acque cristalline di Isla Mujeres, al largo di Cancun.
Lasciamo il Mar dei Caraibi e ci dirigiamo a Merida, passando per Valladolid e le spettacolari rovine di Chichen Itzá, con l'incredibile "castillo".
Il Messico mi piace, anche se questa zona ed in questa epoca ci sono troppi, troppi gringos! Fra qualche giorno Chiapas e dopo costa del pacifico; dopo la capitale e dopo....

Un piccolo fuori tema. Qualche giorno fa é morta una gran donna siciliana. Magari ce ne fossero di piú come lei e meno stracchiole con i suv parcheggiati in 4ª fila per comprare le sigarette. La Sicilia starebbe molto meglio. Addio Elvira Sellerio