miércoles, 15 de septiembre de 2010

Alla fine di un lungo viaggio

Lecce, 15/09

Gli ultimi giorni in Messico (dal 15 al 22 agosto) li abbiamo passati alla grande grazie a Jordi ed alla sua famiglia che ci hanno accolto nella capitale e dopo ci hanno regalato un soggiorno di lusso a Valle de Bravo; e che dire di Fede, grande personaggio ed amico che ci ha coccolati fino all'ultimo secondo, aiutandoci a prepararci per il ritorno a casa. La casa dell'Escondrijo e "Casa Fede" resteranno a lungo nella nostra memoria e nei nostri cuori (presto arriveranno le ultime foto).

Questo post, seppur dovuto, non avrei mai voluto scriverlo visto che segna inequivocabilmente la fine del grande viaggio, la cosa più bella che abbia mai fatto nella mia vita. Sono entrato diverse volte per scriverlo ma mi è sempre venuto un nodo in gola, non ci sono riuscito.

Ho vissuto così tanto in quest'ultimo anno, niente routine, incontri ed esperienze nuove ogni giorno, decisioni prese seguendo solo le tue sensazioni (ed a volte anche il portafogli!!). Un anno che è volato via in un batter di ciglia, però traboccante di immagini indelebili, suoni, odori, volti, litigi e momenti di gioa, sorrisi e lacrime, emozioni forti ed una pace interiore che difficilmente raggiungerò di nuovo nella vita. Mi scende qualche lacrima pensando che sia finita, però sono al tempo stesso felice ed orgoglioso di aver realizzato un sogno, di aver avuto la forza di dirottare la mia quotidianità verso un'altra realtà possibile. Adesso verranno altri sogni da inseguire (magari sarà un bis di questo..) e da realizzare. E si, perché sapete cosa ho scoperto? L'unico cattivo aspetto nella realizzazione di un sogno è che...lo hai realizzato! Quindi pensi: e adesso??? Destabilizza un po, credo sia normale.

Ovviamente vogliamo ringraziare tutte le persone che ci hanno seguito, ci hanno scritto, ci hanno pensato. En fin, tutti quelli che non ci hanno fatto sentire soli.
E che dire degli amici che ci hanno aiutato ed ospitato: grazie Gus, grazie Victor, grazie Valerio, grazie Flor (e famiglia), grazie Begonia, Gabriel Diego, Paloma y Jordi, grazie Fede. E grazie a tutti i compagni di avventura che ci hanno accompagnato, più o meno a lungo: Robert e Beta, Barbara e Gregor, Russell ed Evi (meravigliosi compagni di avventure in diversi paesi), Cesar Martin y Johan, Monica, Jordi (QQ), i cugini argentini a Machu Picchu (non ricordo i nomi), Umbi ed Ila, Alvaro e Noelia e tanti, tanti altri. Sicuramente dimentico tanta gente che, col tempo, aggiungerò.

Grazie Angel, senza di te non sarebbe stato possibile.

Più di chiunque altro devo però ringraziare la mia compagna di viaggio e nella vita, Laura. Grazie per aver avuto la più bella idea della mia vita. Qualsiasi cosa ci riservi il futuro questo non cambierà e non lo scorderò mai.

Se mai ne avrete la possibilità, beh allora fate un viaggio del genere. Ed a chi vi chiederà (ce ne saranno parecchi, credetemi) perché lo fate, rispondete nel miglior modo possibile:"La vera domanda è: perché non dovrei farlo?". Sopravvivere è importante, sentirsi vivi non ha prezzo.

Eccomi giunto alla conclusione del mio primo giro del mondo, almeno per il momento.

Arrivederci al secondo!!!

lunes, 16 de agosto de 2010

Messico e nuvole...

Stazione di Pochutla, ore 21.00, 15/08/10
Quest’ultima settimana abbiamo iniziato a correre di nuovo visto che manca solo una settimana al ritorno. Adesso, per esempio, aspettiamo le 22 per arrivare alle 6 del mattino ad Oaxaca e dopo ripartire alla mezzanotte per cittá del Messico.
Molti autobus notturni per risparmiare tempo e tanti chilometri dal Golfo del Messico fino al Pacifico, passando per le ultime rovine Maya del viaggio e per le montagne del Chiapas, con i suoi orgogliosissimi abitanti e l’amatissimo subcomandante.

Merida é davvero carina e nei dintorni ci sono 3 cenotes (Cuzuma) dove andiamo a nuotare, meravigliati dal luogo fiabesco in cui ci troviamo. Prima di entrare in Chiapas, a Palenque, ci fermiamo a Campeche, cittá che si affaccia sul Golfo del Messico e dove ci riposiamo per un giorno. Poi, finalmente, il mitico Chiapas! Il paesaggio non differisce molto dal Guatemala, che abbiamo visitato un mesetto fa, peró si respira un’aria diversa, sará perché é la casa dei zapatisti.
Le rovine di Yaxchilan e Bonampak sono spettacolari, in particolare le prime perché per arrivarci si naviga per le acque del fiume Usumacinta per un’oretta. Questo fiume traccia il confine fra Messico e Guatemala ed é fiancheggiato da una foresta fitta e rigogliosa che lascia immaginare il gran numero di specie animali che la popolano. San Cristobal de las Casas é una cittá coloniale molto piacevole da girare a piedi, con un mercato coloratissimo dove ho fatto una scorpacciata di fichi d’india per 80 centesimi, non male. A pochi chilometri dalla cittá si trova un paese chiamato San Juan de Chamula. Ci arriviamo con un furgoncino tutto scassato; uno dei passeggeri, Mateo, ci invita a proseguire oltre per arrivare fin dove abita lui, una remota frazione del paesino. Mi dice che vuol presentarci sua moglie, mostrarci come concia le pelli e, penso io, magari ci invita a pranzo. Lui sembra contento ed io lo sono di sicuro...Laura non vuole andare....forse pensava che avrebbe conciato le nostre pelli...peccato (ovviamente non é per questo che non vuol andare).
San Juan de Chamula é famosa per la omonima chiesa. Prima di entrare ci avvisano che é vietatissimo scattare foto. Una volta superato il portone uno spettacolo affascinante, sorprendente ed un po tetro: nessuna panca, il pavimento ricoperto da aghi di pino, migliaia di candele accese e nuvole d’incenso. Una strana combinazione che fa pregare la gente in chiesa, peró accompagnata da “curanderos” (guaritori) che passano galline vive sopra le candele, stringendole per il collo e soffocandole, e che portano con loro intere casse di coca cola ed altre bibite gasate. Tutti bevono e ruttano per scacciare la malattia, le corna, il malocchio o che so io. Peró pensandoci bene non é certo piú irrazionale che recitare un rosario...o si?
La nostra marcia di avvicinamento alla capitale ci porta sulla costa del pacifico, a Puerto Escondido. Bel tempo, sole e mare. Purtroppo mare adatto ai surfers e non ai bagnanti (onde altissime e risacca). Prendiamo il sole, chiacchieriamo con dei pescatori che sono appena tornati con un carico di squali e di stingray; si vede che é comune mangiarli come da noi lo sgombro. A pranzo ci spostiamo a Zipolite dove ci rilassiamo per davvero su questa bellissima spiaggia, dormendo in una cabaña a pochi metri dal mare. Un piccolo angolo di paradiso in cui rischiamo di rimanere intrappolati perché la forte pioggia del secondo giorno ha sommerso l'unica strada che ci collega al resto del mondo.
Oggi sono piú contento del solito perché ho trovato un libro di Camilleri, che ho letto in poche ore. Dopo un anno in giro, assaporare di nuovo qualche parola e qualche ragionamento siciliano, allo stile Camilleri, non ha prezzo.
La prossima volta che scriveró saró a Cittá del Messico...o forse giá a Londra..sob, sob...a presto!!

sábado, 7 de agosto de 2010

L'ultima frontiera

Penisola dello Yucatan, arriviamo qui dopo qualche ora di autobus dal Belize. L'ultima (nuova) frontiera di questo fantastico viaggio che ci ha portato a spasso per il pianeta.
La prima tappa é la spiaggia di Tulum, acqua turchese, sabbia bianca e finissima, uno sparuto numero di turisti ed una barriera corallina raggiungibile a nuoto. Un paradiso. Da qui facciamo anche un'escursione per visitare uno dei tanti "cenotes" che si trovano nella penisola, esattamente il dos ojos. Non so spiegarlo bene ma in pratica sono delle caverne piene d'acqua cristallina, profonde a volte anche piú di 100 metri. In questo si possono fare immersioni ed io non mi lascio scappare l'occasione. Si va giú con una torcia perché non c'é tanta luce. Lo spettacolo é davvero bello ed inusuale, nessuna alga, nessun pesce, nuotare fra stalattiti e stalagmiti mentre con la torcia illumini le caverne che sembrano non finire mai.
Ritornati a Tulum abbiamo anche il tempo di assistere ad una gara di pesca sportiva locale (che pesci Peppino!) prima di ripartire per Playa del Carmen. É il primo posto esageratamente turistico che visitiamo da molto tempo a questa parte.
Il giorno piú bello (fra gli indimenticabili dell'intera avventura) ci porta in alto mare. La barca viaggia per circa un'ora ad alta velocitá verso una zona non ben identificata dove dovrebbero esserci gli squali balena, che in questo periodo vengono ad inghiottire tonnellate di plancton prima di inabissarsi e sbucare fuori da qualche altra parte del mondo. Le mie migliori previsioni sono di avvistarne 4-5 al massimo ed avere la possibilitá di nuotare accanto a loro per una mezz'oretta (nei tre turni totali). Scopro con immensa gioia di aver sbagliato clamorosamente quando, giá da lontano, si iniziano a vedere decine e decine di pinne, bocche spalancate e code che solcano l'acqua. Secondo il capitano nella zona ce ne sono piú di 300, dagli 8 ai 12 metri di lunghezza. Alla fine nuoto per quasi tre ore fra sti bestioni che arrivano da tutte le parti; a volte nuoti accanto ad uno e scopri che ne hai un altro che viene di fronte a te o che ne hai uno sotto che sta per emergere...insomma sono da tutte le parti!! Se avete giá provato l'esperienza, allora mi capite. Se non lo avete mai fatto...se ne avrete mai l'occasione fatelo. Bello bello bello. Concludiamo la giornata bevendo un paio di birre fra le onde delle acque cristalline di Isla Mujeres, al largo di Cancun.
Lasciamo il Mar dei Caraibi e ci dirigiamo a Merida, passando per Valladolid e le spettacolari rovine di Chichen Itzá, con l'incredibile "castillo".
Il Messico mi piace, anche se questa zona ed in questa epoca ci sono troppi, troppi gringos! Fra qualche giorno Chiapas e dopo costa del pacifico; dopo la capitale e dopo....

Un piccolo fuori tema. Qualche giorno fa é morta una gran donna siciliana. Magari ce ne fossero di piú come lei e meno stracchiole con i suv parcheggiati in 4ª fila per comprare le sigarette. La Sicilia starebbe molto meglio. Addio Elvira Sellerio

jueves, 29 de julio de 2010

Belice: de verdad es centro america???

Belice nos recibe con sol y una playa paradisíaca en Placencia, donde decidimos darnos un par de días de relax. Mas que estar en América Central, parece estar en el Caribe desde la población mayoritariamente negra, al idioma oficial que es el Inglés y una devoción casi fanática por Bob Marley. Hasta la fecha sólo hemos encontrado dos bares (en una semana) donde no pusieran sólo su música. Y hay clones de BM a todos los rincones de la calle o la playa.
Caye Caulker, una pequeña isla a una hora en barco desde la ciudad de Belice, un paraíso rodeado de un mar espectacular y, a unos 2 km, un arrecife, la segunda barrera de coral mas grande del mundo. Desde lo alto se puede ver Blue Hole, en el arrecife de Lighthouse, donde es famoso el buceo a 40m con tiburones. Es una formación natural que esconde grandes estalactitas en las profundidades.
Recuerdas la canción de Madonna "La Isla Bonita"? Queda a tan sólo 20 minutos de barco, pero nos dijeron que donde estamos es mucho mejor, así que aquí nos quedamos.
Lástima que es la temporada de lluvias (o, mejor aún ... huracanes!) Y no siempre brilla el sol. Si vais a “Cicolquer” un día u otro, las cosas que no os debéis perder son dos: 1) submarinismo (o buceo) en el Blue Hole, 2) una cena da Sandro, el italiano, que hace cuatro años vendió todo y se traslado aquí. Le pregunté por qué, y él dijo "aquí nadie me rompe las pelotas." Abrió el restaurante para evitar el aburrimiento y lo hace como un hobby (tiene ya mucho dinero). Si un día quiere ir a pescar, simplemente no abre. Y a continuación, utiliza sólo pasta De Cecco, cocida al dente, sin duda, la mejor pasta que comimos a lo largo de todo el viaje. Y se corona con las langostas recién capturadas por él mismo, aquí no hay limites, solo hace falta pagar una licencia anual de 25dolares...

Ahora estamos en Orange Walk partiendo hacia las ruinas mayas de Lamanai, después en unas horas pasaremos la última frontera de nuestro fantástico viaje: nos vamos a México.

miércoles, 28 de julio de 2010

Territorio Maya e mar dei Caraibi

Ieri sono stato in uno dei posti piú incredibili che mi sia mai capitato di vedere: the great Blue Hole, Lightouse reef, Belize. Immersione a 40 metri in una fossa profonda oltre 120, circondata da un mare turchese profondo al massimo 6 metri, il tutto racchiuso da una scenografica barriera di corallo. Lasciarsi cadere giú per 4-5 minuti circa e scoprire delle caverne con stalattiti lunghe svariati metri. Tutto intorno nessuna traccia di vita marina fino a quando dal blu (verrá da qui l'espressione inglese out of the blue?) che ci circonda appare uno squalo (blacktip) che si dirige verso di noi. Nuota rapido ed elegante fino ad arrivare ad un paio di metri da noi, poi vira bruscamente a sinistra e sale su. Dal basso vediamo la sagoma che nuota in circolo e dopo scende e sparisce nuovamente nel blu da dove era venuto. Dopo un poco arriva un gruppetto: 4 blacktip (tutti fra i 2 ed i 3 metri, secondo le stime del dive master) e nuotano li attorno...all'improvviso "esce" dal blu un bestione di 4 metri, un bull shark, veloce e deciso nuota parallelo alla parete, un paio di metri sopra di noi; decide di cambiare rotta e scendere in profonditá proprio in mezzo al nostro gruppo, spezzandolo. Senza parole, meraviglia. Non avrei mai immaginato di non avere paura di fronte a tutto questo, sorprendentemente ero affascinato e felice di assistere a questo spettacolo. E pensare che per colpa di quello strunzo di Spielberg sono cresciuto (come tanti altri) pensando che gli squali non aspettassero altro che un essere umano nelle vicinanze per fare uno spuntino....in ogni caso c'erano un paio di grassottelli che facevano l'immersione...di certo lo squalo toro li avrebbe trovati molto piú appetitosi di me!! Per arrivare fin li ci sono volute tre ore in una barchetta da barzelletta in mezzo ad onde di 3-4 metri...peró col senno di poi ne é valsa la pena.
Uno dei momenti piú emozionanti del viaggio che, come avrete capito, ci ha portato fino in Belize, altro stato centroamericano.

Prima di lasciare il Guatemala siamo passati da Semuc Champey e Tikal, posti unici, splendidi. Avevo accennato del primo, veramente un luogo da sogno, piscine turchesi in mezzo alla foresta con pochissimi turisti e molta pace. E che dire di Tikal, importantissimo centro Maya che conserva ancora alcuni templi (piramidali) immersi nella selva tropicale che, col passare dei secoli, li aveva ricoperti. Il momento migliore (per evitare le orde turistiche ed il caldo asfissiante) é all'alba. Sedersi in cima al tempio piú alto ad ascoltare la foresta, le scimmie, gli uccelli mentre il sole va sempre piú su.

Il Belize ci accoglie con un bel sole ed una spiaggia paradisiaca, a Placencia, dove decidiamo di concederci un po di ozio rinvigorente. Piú che centroAmerica sembra di stare ai Caraibi visto che la popolazione é in gran parte nera (di colore, o come volete), la lingua ufficiale é l'inglese ed hanno una devozione quasi fanatica per Bob Marley. Ad oggi abbiamo trovato solo due locali (in una settimana) dove non mettessero esclusivamente musica sua. E, manco a dirlo, trovi cloni di BM ad ogni angolo di strada o di spiaggia.
Il diving di cui parlavo é partito da Caye Caulker, isoletta ad un'ora di navigazione da Belize City, un paradiso circondato da un mare spettacolare e, a circa 2 chilometri, una lunghissima barriera corallina. Avete presente la canzone di Madonna "la isla bonita"? Ecco, si trova a 20 minuti di barca peró ci hanno detto che dove siamo noi é molto meglio e quindi non ci muoviamo. Peccato che sia la stagione delle piogge (o meglio tempeste...anzi no, uragani!!) e che non sempre splenda il sole. Se mai ci andrete, un giorno o l'altro, le cose da non perdere sono due: 1)diving (o snorkeling) al Blue Hole; 2) cenare da Sandro, italiano che 4 anni fa ha venduto tutto e si é trasferito qui. Gli ho chiesto come mai, e lui :"qua nessuno rompe i coglioni". Me ne sono innamorato. Ha aperto il ristorante per non annoiarsi, peró lo fa come hobby (i soldi non gli mancano). Se un giorno vuol andare a pescare non apre e basta. E poi usa solo pasta de cecco, la fa al dente, senza dubbio la migliore pasta cha abbiamo mangiato nell'arco dell'intero viaggio. E poi condita con le aragoste appena pescate...na poesia! Quando lo abbiamo visto il nostro primo pensiero é stato: questo é il posto ideale per Marci (amico palermitano che vive a Barça). Se stai leggendo pensaci...sembra che fra un paio d'anni venderá il ristorante....e li si pesca proprio bene...fai tu!

Adesso siamo ad Orange Walk e domani, dopo un tragitto in barca fino alle rovine Maya di Lamanai, passeremo l'ultima frontiera del nostro fantastico viaggio: si va in Messico.

Baci ed a presto...

martes, 27 de julio de 2010

Me fui de Guatemala

Nuestra llegada a Guatemala fue el dia 12 de Julio desde Lima. Nos vamos directamente a Antigua visto que la capital no tiene nada en especial.
Antigua es una ciudad colonial, declarada Patrimonio de la Humanidad por la Unesco, cuya localización la hace ser protagonista de terremotos, erupciones volcánicas,.. Pero con todo y con eso, se ha mantenido esplendida. Ideal para pasear por sus calles adoquinadas, visitar iglesias y patios interiores, relajarse en cualquier rincón a tomar una limonada,…. Uno puede quedarse cuanto quiera en esta fantástica ciudad.

De Antigua nos vamos al Lago Atitlán, rodeado por tres volcanes y selva tropical, una maravilla guatemalteca, ideal para relajarse; si no fuera por los pesados de turno que quieren venderte alguna cosa ( que puede ir desde una habitación, o una excursión en barca, o marihuana,…)

Subimos hacia el norte en dirección a Coban, pero antes nos paramos en el Biotopo del Quetzal, uno de los pocos sitios del país donde se avista esta peculiar ave, declarada ave nacional y en vías de extinción, debe ser así porque ni siquiera andando durante 4hrs la hemos podido oír.

Llegando a Coban nos encontramos con Nurya, una profesora de univeridad que hemos conocido en uno de tantos buses que hemos tomado. Por sorpresa nuestra nos invita a cenar a su casa con su familia. Que buen rato que hemos pasado, gracias.
De aquí salimos a Semuc Chamey, unas piscinas naturales formadas en medio de la selva, y las grutas de Lanquin, otros dos lugares maravillosos del país los cuales tenemos oportunidad de visitar.
Flores es nuestra próxima parada en el recorrido. Se encuentra en una pequeña isla en el Lago de Petén Itzá. Es punto de partida para la visita del mayor centro arqueológico maya de Guatemala, Tikal.
Es un conjunto de templos construidos en medio de la jungla, donde los monos aulladores, tucanes, entre otra fauna, te dan la bienvenida a este espectacular sitio.
Tienes que levantarte muy pronto para ser el primero y poder gozar de la naturaleza y el silencio. El estar en la cumbre del templo IV y ver amanecer, te hace sentir un maya en medio de la jungla. En definitiva, maravilloso.
De norte a sur, de Flores a Río Dulce y Livingston , una sorpresa a medio camino. Descanso en el hotel Perico en medio de tormenta con fuertes truenos y relámpagos,.. con lo poco que me gustan :(
Al día siguiente navegamos desde Rio Dulce a Livingston, una grata travesía con paisajes dignos de recordar.
Un par de días en Livingston son suficientes. De ahí pasamos la frontera hacia Belize.
Siguiente entrada que procurare escribir antes de irme de Belize

Me fui de Perú

Sabiendo que nos queda poco para regresar, hace aun mas pereza el escribir, pero no dejaremos de compartir nuestra aventura con vosotros, así que ahí va un poco el fin de nuestros días en Perú y toda nuestra aventura en Guatemala.
Creo que mi último relato quedó en Machu Picchu, pues bien de ahí saltamos a Arequipa después de una infernal noche de bus. No sabemos donde se sacan el carnet de conducir, hasta el día de hoy no hemos visto ningún auto escuela,…
Tenemos la ocasión de comer con Cesar y Pili, una pareja que ya habíamos conocido en MP. Viven en Vic pero están de vacaciones en Perú porque Cesar es de Arequipa. Nos invitan a comer en una picantería tradicional de nombre La Lucila, rica comida peruana.
Nazca es nuestro próximo destino en Perú, sus misteriosas líneas hacen que aun hoy en día se esté investigando el origen de las mismas.
Las sobrevolamos con una pequeña avioneta, de 6 plazas; da tantas vueltas que Gabriele baja de ella más que pálido, pero todo se arregla con un buen desayuno.
Hemos compartido el vuelo con Alvaro y Noelia, una pareja medio bilbaína- cántabra, con los cuales compartimos unos días en las Islas Ballestas (conocidas como las Galápagos de los Pobres). No hay demasiado por hacer pero la visita obligada por la zona es la Reserva Nacional de Paracas, cuyos paisajes me han sorprendido de verdad.