martes, 22 de junio de 2010

Sale, montagne, miniere, coca ed Evo. In una parola: Bolivia

Siamo da 10 giorni in Bolivia, paese ricchissimo di risorse naturali e, nonostante ció, il piú povero d'America.

Il primo assaggio é stato uno dei paesaggi piú strani ed affascinanti che si possano immaginare. Ad oltre 3600 metri una pianura di sale sconfinata fra le ande, con uno spessore massimo di 13 metri in un paese che non ha sbocco sul mare. Pachamama (madre terra in quechua) é meravigliosa, riserva sorprese spettacolari ovunque. Passiamo per laghi sulfurei popolati da fenicotteri (pochi in questa epoca, visto che gli specchi d'acqua sono in parte ghiacciati), geyser a 4800 metri e tanto tanto freddo. Eh si perchè siamo nella zona tropicale, peró a queste altitudini lo sbalzo termico fra giorno e notte facilmente supera i 20 gradi. E poi la storiella della respirazione oltre certe quote...é vera, qui il mal d'altura lo chiamano soroche e lo tengono sotto controllo tenendo in bocca decine di foglie di coca. Ho provato e fanno veramente schifo, peró indubbiamente aiuta. I locali hanno sempre in bocca una palla di foglie a macerare...dentro gli autobus, con il sole che batte un odorino...mmmm...che schifo!!

Ritornando al percorso, dopo il deserto di sale é la volta di Potosí, la cittá piú alta del mondo (4100 metri) e le famose miniere, scoperte in etá coloniale e sfruttate sin dallla metá del 1500. Facciamo una visita guidata all'interno della miniera Rosario e sospettiamo fin da subito che le condizioni di lavoro e di sicurezza non devono essere cambiate poi tanto negli ultimi 5 secoli. I lavoratori hanno una speranza di vita di 10 anni dal momento in cui iniziano a lavorare sottoterra. E se muoiono chi ci pensa alla famiglia? Ovviamente i bambini che sin dai 10 anni rimpiazzano il padre morto e, se hanno fortuna, riescono a sopravvivere ed andare a scuola una volta che avranno guadagnato abbastanza. Pensateci quando comprate un anellino d'argento. E se per caso il vostro bambino rompe i coglioni perché vuole la ultima PS3 raccontategli questa storiella...
Durante la visita, 800 metri dentro la montagna e con circa 500 metri di roccia sopra di noi, sentiamo una esplosione e la guida ci spiega che é dinamite ma che non ci dobbiamo preoccupare, é sicuro, dobbiamo stare tranquilli. Tranquillo muriu penso. Una esperienza interessante ma davvero triste, vedere gente lavorare in quelle condizioni. Per resistere masticano coca e bevono alcol puro diluito con acqua...

Partiamo alla volta di Sucre, la capitale costituzionale boliviana, nonostante la sede del governo sia a La Paz. La cittá é bella, coloniale, con molti edifici antichi mantenuti in ottime condizioni. Fra questi un antico centro Gesuitico, riconvertito in seguito a sede governativa, dove nel 1825 verrá firmata la dichiarazione d'indipendenza, oggi nominata come "Casa de la Libertad". Proprio mentre ci troviamo li dentro, la guida ci spiega che probabilmente oggi ci saranno scontri perché il governo di Evo Morales (il simpatico cocalero eletto nel 2006 presidente) sta dando il via ad un processo a carico del sindaco appena eletto (ovviamente dell'opposizione) per una presunta responsabilitá riguardante fatti risalenti al 2008 e, casi della vita, quest'ultimo verrà rimpiazzato ad interim da una rappresentante del partito di governo! Facciamo appena in tempo ad uscire che si scatena una guerra, o meglio la polizia inizia a sparare palle di gomma e lacrimogeni ai manifestanti universitari. Siamo costretti a scappare un paio di volte per evitare le cariche della polizia. Viva la democrazia!

Da Sucre a La Paz, solo 12 ore di bus in mezzo alle ande. Nelle ultime due settimane non siamo mai scesi sotto i 2700 metri, e adesso La Paz a 3660, niente male. Dopo una lunga notte in autobus arriviamo di mattina, sotto un sole splendente. Come scopriremo la cittá in se non é bellissima, ecceto alcune parti, peró la sua ubicazione la rende unica. Dall'altopiano su cui ci viaggiamo, improvvisamente si apre una enorme valle dove sorge la cittá. Da un paesaggio piano semidesertico ad una culla naturale piena di edifici che si inerpicano fino ai limiti della valle e che (almeno in questo periodo) brillano sotto il sole, il tutto incorniciato da alcuni picchi innevati di oltre 6000 metri. Il colpo d'occhio è srprendente, non ci si aspetta davvero questo brusco e repentino cambio.
Il 20 iniziano le celebrazioni per il nuovo anno delle popolazioni andine in occasione del solstizio d'inverno (si, inverno in questo emisfero) e lo scopriamo perché davanti al palazzo del governo c'é una gran folla di gente indigena (principalmente Aymara) che ascolta il discorso del presidente, Evo, come lo chiamano qui.Noi abbiamo Silvio in bandana, loro Evo in costume tradizionale. Il discorso mi lascia perplesso, si incentra tutto sul gran valore della popolazione indigena, sul rispetto a Pachamama, sugli effetti negativi del colonialismo. Peró la folla ascolta ed applaude. Alla fine del discorso, quando va via, vedo file di persone che si dirigono verso alcuni "addetti" che hanno in mano....LISTE DI PRESENZA!!! Chiacchierando con la gente scopro che in questo modo controllano chi partecipa e chi no e, se qualcuno é assente, multa. Che delusione. Evo il cocalero, l'agricoltore dalla parte dei poveri, il nazionalizzatore di giacimenti di gas ed altre risorse naturali, l'inventore del motto "coca si, cocaina no". I malpensanti dicono che vuol controllare tutto, i benpensanti dicono che i suoi consiglieri gli bacano il cervello con strane idee. In ogni caso non é che ne esca fuori proprio bene...Comunque sia, il 21 partecipiamo alla celebrazione del solstizio d'inverno (tutta la notte svegli e con 5 sotto zero) fra le rovine di Tiwanako, alla Puerta del Sol. E chi é l'attrazione?? Naturalmente el Señor Morales. La gente presente sembra aspettare solo lui, lo spettacolo é un po deludente. Io mi aspettavo qualcosa di spirituale...macché!

Domani mattina 3 ore di bus per Copacabana, non la spiaggia brasiliana, bensí una cittadina sul lago Titicaca, il piú alto del mondo. Meno male che son solo poche ore perché la qualitá dei mezzi di trasporto si avvicina pericolosamente, anche se resta leggermente superiore, a quella dei bus indiani e nepalesi. Una specie di ritorno alle origini. Ed in breve la perla del Perú...Machu Picchu!

domingo, 20 de junio de 2010

Primeros días en Boliva

Llegamos a Bolivia desde St Pedro de Atacama (Chile) en un tour de tres días, cruzamos el desierto de Atacama y llegamos al espectacular Salar de Uyuni.
Desde lo alto de la isla Incahuasi se ve la inmensidad de este salar, el más grande del mundo, y lo creo , porque hemos estado conduciendo sobre el durante km y km.
Llegamos al pueblo de Uyuni (nada especial), pero nos tenemos que quedar una noche a la fuerza ya que no hay autobuses que nos lleven a Potosí por la tarde.
Las señoras van vestidas con polleras abombadas, largas trenzas negras, gorros peculiares y fajos de multiples colores atados a la espalda.
Cuando llegamos a Potosí, notamos la altura en la que se encuentra esta ciudad, a mas de 4000m, nos cuesta respirar y nos tenemos mucho dolor de cabeza. Para mitigar estos síntomas se tiene que pichar hojas de coca, pero la verdad es que tienen un sabor horrible!!
Potosi fue una ciudad de gran esplendor gracias a sus minas, que aun se siguen explotando, pero la plata ya es escasa. Tenemos la oportunidad de visitar estas minas, pero con una vez basta. Nos adentramos a unos 800m y bajamos unos 4 niveles, la temperatura llega a 35º y cuesta mucho respirar por la cantidad de polvo que hay. Oimos detonaciones pero nos dicen que no nos preocupemos que estan a unos 200m por debajo nuestra y que estan controladas... :(
Para los mineros se compran obsequios que se dan durante la visita, suele ser refrescos, tabaco, hojas de coca, .. aunque ellos prefieren alcohol de 96º
Nos hablan de la explotacion infantil de forma tan natural, diciendonos que cada uno escoge su beneficio,.. como?? se ve que son huerfanos de padres muertos en la mina que tienen que sustentar a la familia, por suerte no los vimos.
Nuestra próxima parada es Sucre, una dulce capital, aunque nosotros no llegamos en el mejor momento(18.06.2010)ya que hay una fuerte manifestacion debido a la destitución del alcalde ( elegido por el pueblo) y la imposición de otro (encima de la oposicion). En el momento de debate, nosotros estábamos visitando la Casa de la Libertad, donde se firmo la independencia de Bolivia en 1809.
Tenemos que salir por la puerta lateral, los disturbios en la plaza son fuertes, y nos toca correr frente la policia que esta gaseando la plaza 25 de mayo para dispersar a la manifestación.
Es una bonita ciudad de edificos blancos, coloniales,.. seguramente se respira un aire muy tranquilo, pero hoy no era el mejor de los días.
Próxima parada La Paz

PD-. En Sucre encontramos un restaurant cuyo nombre era Molins de Rei, me entra la curiosidad y entro a preguntar el porque del nombre. El chef del local era descendiente de familia nacida en Molins!!! que casualidad

jueves, 17 de junio de 2010

De momento me quedo en Argentina,después os cuento más, hasta llegar a Boliva

Cuanto tiempo sin actualizar el blog,.. Pues bien ahora va a ser un relato un poco largo ya que me quedé en Bariloche y ya estamos en Bolivia, esto casi después de un mes. Os podéis imaginar la de vueltas que hemos dado.
Como ya os conté, nuestro rumbó cambió en Bariloche cuando supimos que si íbamos hacia al sur, podría ser problemático, no solo a nivel de comunicaciones, sino también por el frio que podía hacer allá en esta época: Gabriele y yo vivimos en un clima mediterráneo por lo que nos suponía un esfuerzo mayor estar a temperaturas bajo cero.
Tomamos ruta hacia al norte llegando a la tranquila y acogedora Mendoza, famosa ciudad por sus viñedos y la uva malbec. Aprovechamos para hacer un tasting de este maravilloso vino en unas bodegas que llevan mi apellido, Bodegas López.
De Mendoza llegamos hasta la Aconcagua, la cima más alta después de los Himalayas. Por el camino solo vemos guanacos, animales parecidos a las llamas.
Después llegamos a Córdoba, con la visita obligada a Alta Gracia, lugar donde Ernesto Guevara pasó la mayor parte de su infancia, antes de convertirse en Che.
En Córdoba conocimos a un matrimonio el cual nos invitó a pasar un día por las Altas Cumbres, fue de casualidad, los conocimos en el mercado central de la ciudad mientras comíamos un arroz con marisco. Pasamos un día inolvidable, una gente adorable. Gracias Luis y María Teresa
Desde Córdoba nos movemos hacia la capital, Buenos Aires. La ciudad es un caos, y más en los días en que llegamos, están en la celebración del Bicentenario argentino, pero en realidad es en el 9 de julio del 2016, pero cada uno lo hace a su conveniencia.
Es una ciudad donde se puede encontrar de todo, hemos estado paseando por los barrios de Palermo, La Recoleta, San Telmo, Boca (sede de Maradona y la Bombonera) y El Caminito, Centro,.. Andar y andar, es de lo que se trata en estas ciudades enormes. En realidad no tenemos ningún objetivo concreto en Baires, solo estar con Valerio unos días y pasar buenos ratos juntos.
Hay un dicho de los argentinos, se dice que son de los italianos que hablan español y se hacen los ingleses, jajajajaja
Obviamente presenciamos un show de Tango, esta todo pensado pero los turistas, no hay demasiado argentino que vaya a un local de tango, pero es normal que un foráneo quiera sentir de cerca ese baile tan sensual.

Después de unos días en Buenos Aires, nos dirigimos hacia Iguazú, concretamente a Puerto Iguazú, que es la parte Argentina, Foz de Iguazú es la parte Brasileña.
Las cataratas es el mayor atractivo de la zona, y se pueden visitar las dos caras. No sabría decir cuál de las dos es mejor, simplemente puedo decir que espectacular.
Uno se encuentra frente a una de las maravillas de la naturaleza, la mano del hombre no ha intervenido para nada, solo para colocar las pasarelas que permiten acercarte aun más a los saltos de agua.
Estamos con frontera brasileña y se nos pasa por la cabeza de volver a cambiar nuestros planes y pasar unos días en Brasil, pero después de unos segundos de una lógica recapacitación, volvemos a la ruta original, es decir, seguir rumbo norte para llegar hasta Bolivia.
Así que tomamos un bus de 22horas para llegar a Tucumán. No es demasiado habitual llegar a esta ciudad, pero nosotros teníamos parada obligada, Flor y su familia nos esperaba.
No nos tuvimos que preocupar de nada: alojamiento, asado, cenas,.. Un lujo. Creo que no lo vamos a olvidar en la vida.
Durante estas 22hras de bus conocimos a Susana, una señora súper gentil que tenía una carnicería cerca de la ciudad, así que nos envió unos chorizos y unas morcillas al hotel!!!que risa,..

Nuestra próxima parada es Salta, población pequeñita pero con mucho turismo, debido a su famoso tren de las nubes. Este tren es el más alto del mundo, que antaño funcionaba como transporte de mercancías entre Argentina y Chile; ahora solo funciona a nivel turístico.
Salta es acogedora, con algunos edificios coloniales y calles peatonales llenas de comercio.
Estamos ya bastante al norte de Argentina, así que visitamos pueblos como Tilcara o Purmamarca, que se encuentran en la quebrada de Humahuaca, espectacular paisaje.
Es curioso porque se ven gentes, se viven situaciones, se sienten olores totalmente ajenos, se hace difícil pensar como aun puede haber pueblos así, pero que nos brindan la oportunidad de conocerlos gracias a toda la gente que vive en ellos.

viernes, 4 de junio de 2010

A zonzo per l'Argentina

Notte qui a Tucuman, quasi da un mese in Argentina e, di nuovo, molti volti, luoghi ed esperienze che si accavallano nella memoria.

Dalla svolta di Bariloche, verso nord e non verso sud, siamo passati alla tranquilla ed accogliente Mendoza, con i suoi vini e l'enorme parco cittadino. Da li siamo andati fino all'Aconcagua, la montagna piú alta d'America. Con un minibus su e giú per le ande sotto un bel cielo azzurro, a caccia (fotografica) di puma e condor. Neanche l'ombra!! Solo guanacos.

Poi Cordoba con la visita di rito ad Alta Gracia, luogo d'infanzia di Ernesto Guevara, prima che diventasse el "Che". Forse non tutti lo sanno ma "che" é un intercalare piú che frequente qui in Argentina, e da li viene il soprannome. A Cordoba scopriamo la meravigliosa accoglienza ed ospitalitá degli argentini. Andiamo a pranzo al mercato centrale, di solito si mangia bene e puó anche essere economico. Ovviamente noi ci sediamo nel locale piú caro, pranzo a base di "marisco", ed i nostri vicini di tavolo, una coppia di cinquantenni, si mettono a chiacchierare con noi. Ci invitano ad andare con loro il giorno seguente a las altas cumbres. Ci vengono a prendere e passiamo la giornata insieme. Ci hanno anche fatto un regalino: semplicemente adorabili. Grazie Luis e Maria Teresa.

Da Cordoba ci spostiamo a Buenos Aires ed arriviamo proprio in occasione della celebrazione del bicentenario argentino. In realtá il 200º anniversario d'indipendenza sará il 9 luglio 2016 ma, visto che il mandato de la presidenta (Cristina Fernandez) scadrá prima, ha stravolto un po la storia ed ha scelto il 25 maggio 2010. In quella data, seppur importante, inizia il processo di indipendenza che arriverá solo 6 anni piú tardi. Ma alcuni politici argentini ricordano quelli italiani.....modellano i fatti a loro convenienza....la genetica non é un'opinione. La cittá é un caos, alcune parti belle, altre molto meno. Ho trovato parecchie similitudini con l'Italia, con Palermo. Ci sono i posteggiatori abusivi che estorcono soldi a chi parcheggia, macchine in doppia fila, cartacce. La mentalitá é sorprendentemente simile. Esiste un detto che riguarda gli argentini, specialmente los porteños: gli argentini sono degli italiani che parlano spagnolo e vogliono fare gli inglesi. Il mio caro amico Valerio, che ci ha ospitato durante la nostra visita nella capitale, mi ha insegnato questa frase e devo dire che sembra calzare a pennello!! Un esempio. Teatro Colón, chiuso da alcuni anni per restauro ed inaugurazione prevista alla ore 19:00 del 24 maggio. Un milione di persone, compresi noi, affollano la zona. Fa freschetto e non ci si puó muovere, troppa gente. Alle sette la gente comincia a fischiare, dopo 5 minuti lo speaker annuncia un ritardo di 30 minuti e tutti a lamentarsi. Quando mancano 15 minuti alle otto di sera finalmente inizia lo spettacolo. Davvero bello peró anche li cose all'italiana: il sistema di amplificazione salta diverse volte rovinando l'effetto scenico delle immagini proiettate sulla facciata del Colón. Mi sembrava di essere a Palermo!! Ah, qui esiste un quartiere che si chiama cosí, uno molto alla moda, pieno di locali e di gente danarosa. Forse il sindaco si riferiva a questi luoghi quando faceva la campagna "Palermo cool"!!
Durante il nostro soggiorno nella capitale non possono mancare visite ai quartieri di Boca, sede del mitico club di Maradona e de la Bombonera, al suo Caminito ed a San Telmo. Ed ovviamente un Tango Show. Niente male, davvero. Un ragazzo argentino, conosciuto una sera, mi dice che é uno spettacolo turistico, non molta gente balla o va a vedere tango. E certo lo so, gli dico. Rispondo che anche in Italia, culla dell'opera, non é che la gente sotto la doccia canti la Boheme!! Peró se un turista puó va alla Scala, per esempio.

Dalla capitale ci dirigiamo ad Iguazú, milioni di litri d'acqua che ogni secondo cadono con forza per decine di metri dai piú di 200 cascate distribuite su un'arco di 2 Km fra Argentina e Brasile. Stiamo 2 giorni e visitiamo ambo i lati, l'argentino ed il brasiliano. Non so spiegare a parole, credo non si possa. Semplicemente bisogna essere lí per ascoltare ed ammirare questa meraviglia della natura. Le foto, anzi meglio qualche video (che cercheremo di caricare), possono rendere l'idea.

Da Iguazu a Tucuman, verso ovest, in autobus (22 ore..aaaaaaaaahhh). Conosciamo Susana, un'altra dei tantissimi generosi e gentili argentini, che ci spiega di avere una fabbrica di insaccati e, prima di scendere, ci chiede l'indirizzo dell'hotel per poterci spedire alcuni dei suoi prodotti (che sono arrivati!!). Mentre parliamo, io ingenuo, chiedo se esporta oppure vende solo nel mercato interno; lei un pó imbarazzata mi dice che sono famosi a livello locale...del paesino (non ricordo il nome)....ha una macelleria!!! Certe volte farei meglio a non chiedere nulla, poverina....di certo non la volevo mettere in difficoltá.
Qui a Tucumán un'amica di Laura, Flor, ci prepara un'accoglienza da vip. Una persona ci viene a prendere alla stazione e ci porta in Hotel...era da dicembre, da Bali, che non andavamo in un hotel vero e proprio. Sempre ostelli, bagni condivisi con altre dieci persone...e adesso siamo felici come bambini, quasi commosssi da tanto lusso. É un 3* ma ci sembra una reggia!

Fra poco si ritorna a paesi un pó piú complicati per viaggiare: Bolivia e Perú ci aspettano. Non vedo l'ora. Uyuni, Machu Pichu, Titicaca, Cuzco....spettacolo, spettacolo, spettacolo...