miércoles, 28 de julio de 2010

Territorio Maya e mar dei Caraibi

Ieri sono stato in uno dei posti piú incredibili che mi sia mai capitato di vedere: the great Blue Hole, Lightouse reef, Belize. Immersione a 40 metri in una fossa profonda oltre 120, circondata da un mare turchese profondo al massimo 6 metri, il tutto racchiuso da una scenografica barriera di corallo. Lasciarsi cadere giú per 4-5 minuti circa e scoprire delle caverne con stalattiti lunghe svariati metri. Tutto intorno nessuna traccia di vita marina fino a quando dal blu (verrá da qui l'espressione inglese out of the blue?) che ci circonda appare uno squalo (blacktip) che si dirige verso di noi. Nuota rapido ed elegante fino ad arrivare ad un paio di metri da noi, poi vira bruscamente a sinistra e sale su. Dal basso vediamo la sagoma che nuota in circolo e dopo scende e sparisce nuovamente nel blu da dove era venuto. Dopo un poco arriva un gruppetto: 4 blacktip (tutti fra i 2 ed i 3 metri, secondo le stime del dive master) e nuotano li attorno...all'improvviso "esce" dal blu un bestione di 4 metri, un bull shark, veloce e deciso nuota parallelo alla parete, un paio di metri sopra di noi; decide di cambiare rotta e scendere in profonditá proprio in mezzo al nostro gruppo, spezzandolo. Senza parole, meraviglia. Non avrei mai immaginato di non avere paura di fronte a tutto questo, sorprendentemente ero affascinato e felice di assistere a questo spettacolo. E pensare che per colpa di quello strunzo di Spielberg sono cresciuto (come tanti altri) pensando che gli squali non aspettassero altro che un essere umano nelle vicinanze per fare uno spuntino....in ogni caso c'erano un paio di grassottelli che facevano l'immersione...di certo lo squalo toro li avrebbe trovati molto piú appetitosi di me!! Per arrivare fin li ci sono volute tre ore in una barchetta da barzelletta in mezzo ad onde di 3-4 metri...peró col senno di poi ne é valsa la pena.
Uno dei momenti piú emozionanti del viaggio che, come avrete capito, ci ha portato fino in Belize, altro stato centroamericano.

Prima di lasciare il Guatemala siamo passati da Semuc Champey e Tikal, posti unici, splendidi. Avevo accennato del primo, veramente un luogo da sogno, piscine turchesi in mezzo alla foresta con pochissimi turisti e molta pace. E che dire di Tikal, importantissimo centro Maya che conserva ancora alcuni templi (piramidali) immersi nella selva tropicale che, col passare dei secoli, li aveva ricoperti. Il momento migliore (per evitare le orde turistiche ed il caldo asfissiante) é all'alba. Sedersi in cima al tempio piú alto ad ascoltare la foresta, le scimmie, gli uccelli mentre il sole va sempre piú su.

Il Belize ci accoglie con un bel sole ed una spiaggia paradisiaca, a Placencia, dove decidiamo di concederci un po di ozio rinvigorente. Piú che centroAmerica sembra di stare ai Caraibi visto che la popolazione é in gran parte nera (di colore, o come volete), la lingua ufficiale é l'inglese ed hanno una devozione quasi fanatica per Bob Marley. Ad oggi abbiamo trovato solo due locali (in una settimana) dove non mettessero esclusivamente musica sua. E, manco a dirlo, trovi cloni di BM ad ogni angolo di strada o di spiaggia.
Il diving di cui parlavo é partito da Caye Caulker, isoletta ad un'ora di navigazione da Belize City, un paradiso circondato da un mare spettacolare e, a circa 2 chilometri, una lunghissima barriera corallina. Avete presente la canzone di Madonna "la isla bonita"? Ecco, si trova a 20 minuti di barca peró ci hanno detto che dove siamo noi é molto meglio e quindi non ci muoviamo. Peccato che sia la stagione delle piogge (o meglio tempeste...anzi no, uragani!!) e che non sempre splenda il sole. Se mai ci andrete, un giorno o l'altro, le cose da non perdere sono due: 1)diving (o snorkeling) al Blue Hole; 2) cenare da Sandro, italiano che 4 anni fa ha venduto tutto e si é trasferito qui. Gli ho chiesto come mai, e lui :"qua nessuno rompe i coglioni". Me ne sono innamorato. Ha aperto il ristorante per non annoiarsi, peró lo fa come hobby (i soldi non gli mancano). Se un giorno vuol andare a pescare non apre e basta. E poi usa solo pasta de cecco, la fa al dente, senza dubbio la migliore pasta cha abbiamo mangiato nell'arco dell'intero viaggio. E poi condita con le aragoste appena pescate...na poesia! Quando lo abbiamo visto il nostro primo pensiero é stato: questo é il posto ideale per Marci (amico palermitano che vive a Barça). Se stai leggendo pensaci...sembra che fra un paio d'anni venderá il ristorante....e li si pesca proprio bene...fai tu!

Adesso siamo ad Orange Walk e domani, dopo un tragitto in barca fino alle rovine Maya di Lamanai, passeremo l'ultima frontiera del nostro fantastico viaggio: si va in Messico.

Baci ed a presto...

2 comentarios:

  1. Grazie per pensarmi!!! Mi mancate..un beso.

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  2. hey, soy mexicana y me gustaria poder ver , que escribiste sobre mexico, perdon pero pues no entendi, oye que te parecio mexico he!!!

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